Nel primo trimestre del 2022, a livello globale, si sono manifestati diversi segnali di shock di offerta, a causa della forte ripartenza dell’economia dopo la pandemia: penuria di materie prime, difficoltà a reperire manodopera, veri e propri imbuti nelle filiere produttive internazionali.
La guerra tra Russia e Ucraina, iniziata il 23 febbraio, oltre a enfatizzare alcuni fenomeni già in corso, ha indotto un ulteriore shock economico-finanziario che ha avuto diverse conseguenze: l’ulteriore aumento dei prezzi energetici (in particolare gas e petrolio) e dei beni agricoli; il peggioramento delle difficoltà nel reperimento di materie prime e materiali, in particolare quelli provenienti dai paesi coinvolti; il forte incremento dell’incertezza che influenza negativamente la fiducia degli operatori penalizzando le decisioni di investimento delle imprese e di consumo delle famiglie; le sanzioni e le contro-sanzioni economiche applicate alla Russia; il livello di rischio sui mercati finanziari, che cresce e dovrebbe ulteriormente peggiorare, per via della possibilità di default del governo russo, di istituzioni bancarie e industrie e dell’elevata volatilità di alcuni tassi di cambio. Questo scenario ci accompagnerà per diversi mesi.
Sarà dunque necessario resettarsi su quella che gli esperti definiscono una vera e propria economia di guerra. Questo nuovo modo di pensare l’economia dovrà investire non solo le imprese ma anche chi fornisce servizi e infrastrutture alle imprese. In quest’ottica, il ruolo del Consorzio per lo sviluppo industriale di Matera diventa strategico per guidare le scelte in questo inesplorato scenario.
di Giovanni Martemucci