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CNA: ripresa in affanno, ma l’occupazione tiene

È questa la sintesi che emerge dalla relazione periodica redatta da Cna Matera sull’andamento dell’economia delle imprese socie nell’anno 2022 aggiornata a novembre 2022 trasmessa alla Prefettura in occasione della riunione di insediamento dell’Osservatorio legalità Monitoraggio delle misure di sostegno sociale, economico e finanziario e per la tutela della legalità nel periodo post emergenza da COVID-19” a S.E. Il Prefetto Sante Copponi. La fotografia sull’economia delle aziende socie dell’anno 2021 realizzata dalla CNA meno di un anno fa sembra confermarsi almeno per quanto concerne gli aspetti fondamentali per il comparto artigiano. Permangono alcune conseguenze negative determinate dal Covid-19 che attenuatosi nei suoi tragici aspetti sanitari continua purtroppo ad incidere ancora negativamente dal punto di vista finanziario per tutte le imprese che pur di mantenere la propria attività hanno da un lato dato fondo alle proprie riserve finanziarie e, dall’altro, si sono ulteriormente indebitate grazie anche alla leva della garanzia totale o parziale dello Stato. Proprio con riferimento a quest’ultimo aspetto nelle ultime settimane le imprese hanno cominciato a restituire le rate dei prestiti contratti a valere sul Decreto Liquidità nonostante Ripresa in affanno, ma l’occupazione tiene Cna unitamente alle altre Associazioni di rappresentanza datoriale aveva più volte richiesto al Governo di prolungare il termine di restituzione dei prestiti stessi vista la situazione di grande incertezza venutasi nel frattempo a creare. Oggi il principale problema che mina la stessa sopravvivenza di numerosissime imprese è il caro energia, gravità confermata da un recente studio riservato della Commissione Europea che stima in una percentuale vicina al 35% le imprese a rischio di sopravvivenza a causa del caro energia. Al caro energia si unisce il caro materiali e la corsa al significativo rialzo dell’inflazione senza trascurare il clima di incertezza che perdura a livello mondiale a causa del conflitto armato in corso tra l’Ucraina e la Federazione Russa.Le cause che frenano un reale sviluppo della nostra Provincia sono sempre gli stessi ripetute come un ritornello da sempre: la presenza di imprese troppo piccole, sotto capitalizzate e poco votate all’export sia esso interregionale che internazionale. Segnali più che incoraggianti erano quelli provenienti da alcuni settori, in particolare l’edilizia e tutta la filiera dell’edilizia, che dopo anni continue di crisi ( in Basilicata si stima che dal 2010 al 2020 siano andati persi nel settore più di 5000 posti di lavoro) spinti e sostenuti dalla politica governativa degli incentivi e dei bonus (bonus facciate, ecobonus, sismabonus, etc); trend che purtroppo si è non diciamo interrotto ma di sicuro rallentato dalla solita abitudine del legislatore italiano di cambiare le regole in corsa. Infatti ad oggi nonostante i buoni propositi del neo Governo Meloni di rimettere in moto il meccanismo di cessione dei crediti accumulati dalla Imprese edili nei propri cassetti fiscali i maggiori operatori sul mercato della cessione del credito (grandi Banche, Poste Italiane) hanno dichiarato a più riprese di aver esaurito per l’anno 2022 i plafond a propria disposizione. Senza interventi risolutivi sono tante le imprese edili e della filiera dell’edilizia che rischiano la chiusura anche nella nostra Provincia. Il saldo natività/cessazioni registra una sostanziale tenuta del comparto artigiano: ma qui si pone l’interrogativo che da sempre come Cna poniamo ai decisori pubblici: è si importante il numero delle imprese che cessano l’attività ma per noi è più importante comprendere come sosteniamo quelle che resistono: con quali programmi e con quali azioni concrete. Occorre assolutamente superare la fase della resistenza, in molti casi passiva, per passare a quello dello sviluppo favorendo quelle imprese che nonostante l’incertezza regni sovrana dichiarano la volontà di investire per creare nuovo sviluppo e nuova occupazione. Tra i settori quelli che hanno registrato un sostanziale tenuta figura al momento l’edilizia sia pure con i problemi sopra evidenziati, il settore della installazione e manutenzione degli impianti, il settore manifatturieri della falegnameria – infissi, mobili, arredi – e della carpenteria metallica. Rimangono sugli stessi livelli del 2021 il comparto dei servizi alla persona (acconciatori ed estetisti) e dei servizi alla collettività (autoriparazione, lavanderie, etc). Il comparto alimentare ha registrato risultati altalenanti legati alle varie fasi della pandemia con una sostanziale tenuta e con aumenti importanti nel settore della produzione di pane e pasta che gli operatori hanno cercato di scaricare il meno possibile sui clienti finali. Il comparto odontotecnico ha registrato una sostanziale tenuta del fatturato nonostante la crisi dei consumi si abbatte in maniera considerevole anche sulla riduzione da parte delle famiglie delle spese rivolte alla cura sanitaria. Il settore dell’autotrasporto di merci per conto di terzi è riuscito a resistere allo tsunami energetico grazie agli interventi governativi per l’abbattimento del costo del gasolio senza i quali moltissime imprese avrebbero di certo fermato i propri autotreni e mandato a casa i propri dipendenti. In ripresa il settore della ristorazione con fatturati superiori a quelli registrati nel 2021 ma ancora inferiori a quelli registrati negli anni precedenti alla pandemia Il comparto della ricettività turistica nell’anno 2022 pur non raggiungendo i livelli ante pandemia ha di sicuro registrato un trend in merito ai fatturati superiore al 2021 trainato anche dal clima favorevole che ha esplicato i suoi effetti benefici quasi fino alla fine di Novembre, spingendo moltissimi turisti soprattutto stranieri a prolungare le proprie vacanze in Italia e in Basilicata e nella Città di Matera in particolare. Al riguardo giova ricordare che i ¾ delle presenze turistiche regionali sono ascrivibili alla Città di Matera e alla sua Provincia. Il positivo trend del turismo ha determinato effetti molto positivi sul comparto del trasporto persone – taxi, ncc auto ed Ncc bus – e dell’artigianato artistico e tradizionale fortemente legato ai flussi turistici. Relativamente al turismo balneare della costa Jonica la stagione ha raggiunto livelli più che soddisfacenti al netto delle preoccupazioni per gli operatori derivanti dalla spada di Damocle del rinnovo delle concessioni balneari. Per quanto riguarda le imprese associate con una più spiccata propensione all’export abbiamo il comparto alimentare con la produzione di pasta nonché anche alcune aziende che operano nel campo della moda e dell’abbigliamento soprattutto per bambini. Segnali preoccupanti sono quelli che arrivano in queste ultime settimane dal settore bancario poco propenso alla concessione di nuovi crediti nonostante alcune delle misure di sostegno governativo siano state prorogate ( cfr. fondo centrale di garanzia ). Urgono al riguardo interventi da parte del Governo per evitare un drastico calo della concessioni di crediti da parte del sistema bancario alle Imprese. Con riferimento al mercato del lavoro nell’anno 2022 le misure di sostegno del Governo quale la cassa integrazione per le imprese artigiane garantita dal sistema della Bilateralità Artigiana FSBA , utilizzata dalle Imprese in percentuali molto inferiori a quelle del 2021, ha consentito che le imprese potesse tenere nei propri organici le risorse professionali storiche e di cui hanno assoluta necessità. In merito si segnala la cronica ed assoluta mancanza di manodopera qualificata trasversale ormai a tutti i settori produttivi dal turismo all’industria all’artigianato manifatturiero. E quindi confermata l’intuizione della Cna di dar vita alla Scuola delle Arti e dei Mestieri come pure di entrare a ar parte dell’unico ITS – Istituto Tecnico Superiore – operante in Basilicata. L’occupazione quindi nelle piccole imprese artigiane nel corso dell’anno 2022 ha sostanzialmente mantenuto gli stessi livelli dell’anno precedente con alcune piccole percentuali di aumento in alcuni settori. Le previsioni per il 2023 sono fortemente condizionate dalla evoluzione del conflitto russo ucraino che ha determinato l’attuale situazione di stasi dell’economia a livello mondiale con eccessive ricadute sul sistema produttivo italiano fortemente dipendente dagli acquisti dall’estero sia per quanto riguarda le materie prime , i semilavorati e le forniture energetiche. Le aspettative del 2023 sono legate da un lato al concreto avvio degli investimenti pubblici previsti dal PNRR i quali si presume che possano dare una significativa spinta all’economia italiana e regionale a condizione che si ponga rimedio per tempo ad una operazione di snellimento e facilitazioni rispetto a tutta quella mole di adempimenti burocratici che rischiano di vanificare l’azione messa in campo dalla Unione Europea per consentire soprattutto al Mezzogiorno d’Italia di raggiungere livelli di sviluppo sociale ed economico al pari delle Regioni d’Europa più evolute. Dall’altro all’avvio della nuova programmazione Europea di valenza regionale 2021/2027 unitamente a tutte le altre misure di carattere nazionale (FSC Fondo di Sviluppo e Coesione) rispetto alle quali vi è da registrare al momento un forte ritardo accumulato dalla Regione Basilicata rispetto alle altre Regioni Italiane. Sul tema dell’energia caro ormai a tutte le imprese di qualunque dimensione e comparto produttivo Cna unitamente alla Confesercenti sta concretamente lavorando alla costituzione ed avvio di una comunità energetica nella Città di Matera che veda la presenza di imprese produttrici e consumatrici di energia, di imprese esclusivamente consumatrici e di Comitati di Quartiere costituiti da privati cittadini anch’essi desiderosi di far parte della Comunità energetica.

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